5 LEGGI DELL'ALLENAMENTO

04.06.2020

Cinque leggi dell'allenamento:

  1. Se lo stimolo non è sufficiente non c'è miglioramento, non c'è nessuna richiesta di adattamento. È richiesto un livello minimo di stimolo per ottenere un risultato. 
  2. Se lo stimolo è eccessivo il miglioramento è nullo perché l'intensità è in quel momento tale (troppa) da impedire il miglioramento. 
  3. Se lo stimolo è statico il miglioramento che si verifica inizialmente cessa perché si ritorna al punto 1. La persona arriva ad un certo livello di adattamento tale da permettergli di sopportare agevolmente gli stimoli dell'allenamento. Il miglioramento cessa perché non occorre migliorare ulteriormente a fronte di uno stimolo per cui siamo già abituati. Uno stimolo costante ("faccio sempre le stesse cose con la stessa mentalità") porta allo stallo, il corpo risponde con adattamenti decrescenti fino al raggiungimento di un plateau.
  4. Poiché non dobbiamo avere uno stimolo statico, lo stimolo allenante deve sempre incrementare ed è quindi necessaria una progressione. Tutti gli allenamenti che non sono progressivi nel tempo sono destinati a fallire ed è uno dei motivi per cui molte persone in palestra non vedono risultati smettono di impegnarsi e mollano. Il miglioramento non c'è perché non c'è una struttura progressiva. 
  5. Ovviamente ogni progressione non è indefinita nel corso del tempo, occorre variare. Qualsiasi stimolo è destinato a diventare inadattabile. Nessun metodo di allenamento può dare risultati infiniti e perciò proprio per questo non esiste un "metodo migliore" in assoluto, ma solo quello più adatto al momento per il soggetto.